Tra le tante statue prese di mira dall’isteria iconoclasta “antirazzista” del cosiddetto movimento BLM, la più gettonata sembra essere quella di Cristoforo Colombo.
In realtà la crociata politicamente corretta contro il celebre navigatore va avanti da anni. Una crociata portata avanti dai cosiddetti indigenisti, figliati nel mondo cattolico, vicini alla “teologia della Liberazione” che contestano aspramente la conquista spagnola dell’America latina definendola un genocidio, a cominciare dalla scoperta di Colombo.
In questi giorni il settimanale Tempi, ha intervistato la storica Angela Pellicciari, sulle statue abbattute dal movimento antirazzista americano. La Pellicciari ha recentemente pubblicato un libro, “Una Storia unica. Da Saragozza a Guadalupe” (Cantagalli 2019) un volume sulla Reconquista della Spagna e la conquista spagnola delle Americhe, dove ovviamente la figura di Colombo è centrale, naturalmente trattata senza censure né pregiudizi.
La storica innanzitutto invita a non guardare la storia con gli occhi del presente, occorre sempre contestualizzare i fatti del passato. Le categorie che vanno di moda oggi (sarebbe meglio dire il pensiero unico di oggi) sono diverse da quelle di trecento o quattrocento anni fa. «Rivisitare il passato cancellando le statue dei suoi protagonisti, togliere i loro nomi dalle strade, impedire che se ne parli all’università: sono pretese ideologiche. Non esistono giustificazioni scientifiche. Chiamiamo le cose con il loro nome: qui non si tratta di purificazione della memoria, stiamo assistendo a una rivoluzione».(«Cancellare Colombo? La storia non c’entra, questa è ideologia. E pure anticristiana». Intervista ad Angela Pellicciari, di Pietro Piccinini 6.7.2020, in Tempi.it)
Pellicciari spera che alla fine non si arrivi a una rivoluzione violenta, come quelle del passato, pensiamo al ’68, nato a Berkeley e da lì si diffuse in tutto il mondo. «So però come sono iniziati storicamente tanti movimenti violenti: nascono sempre in nome della giustizia e sfociano in rivoluzione, che è il tentativo di portare se stessi al potere. È innegabile però che negli Stati Uniti esista un problema di razzismo. Certo che il problema esiste. Osservo però che queste manifestazioni per i neri sono piene di bianchi. E mi chiedo: c’entra davvero il razzismo? Oppure la lotta al razzismo è una scusa per iniziare un movimento violento, magari sponsorizzato da qualche realtà impegnata politicamente contro la rielezione di Donald Trump a novembre?»
Nell’intervista la Pellicciare addentrandosi nella storia, fa una netta distinzione tra la storia degli Stati Uniti costruita dai calvinisti e dai massoni e quella del Sud America fatta dagli spagnoli.
«Isabella di Castiglia volle fin dall’inizio la propagazione della fede tra i popoli indigeni sudamericani, impedendo – impedendo letteralmente – la loro riduzione in schiavitù. Giunse a fare incarcerare Colombo e a togliergli tutto il potere che lei stessa gli aveva dato proprio per punire il commercio di uomini condotto dal navigatore genovese. Isabella non l’aveva mandato nel nuovo mondo per trafficare persone: lo aveva mandato laggiù – come disposto da papa Alessandro VI con la bolla Inter caetera – ad annunciare il Vangelo. Negli attuali Stati Uniti, invece, dove comandavano i calvinisti, fu il contrario: schiavismo e massacri avvennero davvero. E pensare che sono stati proprio inglesi e americani a inventare la leggenda nera sugli spagnoli sanguinari e imperialisti.».
Sulla scoperta, la conquista e l’evangelizzazione del Nuovo Mondo esiste uno straordinario studio dell’argentino Alberto Caturelli, “Il Nuovo Mondo riscoperto”, pubblicato dalle Edizioni Ares di Milano nel 1992. In una prossima occasione lo presenteremo per sviluppare meglio questa grande e suggestiva storia che ha visto protagonisti gli spagnoli e le popolazioni indigene.
Per capire meglio perchè i gruppi che ruotano intorno al BML, ce l’hanno con Colombo, occorre leggere l’intervista alla Pellicciari. «Con tutti i suoi limiti e peccati e deviazioni, partecipò all’evangelizzazione del continente, portando avanti con successo un progetto culturale grandioso e rischiosissimo. Per questo mi sembra evidente che oggi siamo davanti a un movimento rivoluzionario anticristiano». Del resto dello stesso parere è anche il cardinale sudafricano Wilfrid Napier, recentemente intervistato sul fenomeno del BLM, da LaNuovaBQ.it.
Ritornando alla Storia, la storica fa riferimento a Elisabetta I e a John Locke, che facevano commercio di schiavi, perchè dunque prendersela proprio con Colombo?
Certo anche Colombo era uno schiavista, ma per questo, fu punito. Dobbiamo però ammettere che Colombo, «nello stesso tempo compì un’impresa enorme favorendo l’evangelizzazione delle popolazioni indie, portandole fuori da un paganesimo di una crudeltà oggi inimmaginabile: alcuni di quei popoli facevano decine di migliaia di vittime ogni anno, estraendo i loro cuori perché il sole potesse nutrirsene. Autentiche barbarie».
Pertanto secondo la Pellicciari le campagne di odio contro le statue di Colombo e di san Junìpero Serra sono animate dallo stesso sentimento anticristiano, anche se il secondo fu un santo, il primo molto meno. Nell’intervista la storica dà alcune informazioni sulla straordinaria figura di san Junipero, il santo francescano preso di mira da Black Lives Matter in quanto “razzista”, vissuto duecento anni dopo Colombo. Sarebbe interessante soffermarsi sul frate che si fece centinaia di chilometri a piedi, o a dorso di mulo, per poter battezzare e cresimare.
Tra l’altro non è un caso se al Congresso di Washington una delle due statue che rappresentano la California riproduce proprio questo missionario. Non poteva essere diverso: Junípero Serra fu un grande inventore. Ancora oggi l’unica attrattiva storico-artistica di valore esistente in California è il Camino Real realizzato dal santo francescano: una strada che percorre la costa statale da nord a sud, punteggiata da 21 conventi fortificati. Senza dimenticare certi nomi di città: San Francisco, Los Angeles, Santa Monica, Santa Barbara, San Diego.
Il passato è stato sempre nemico dei progetti rivoluzionari. E’ una costante storica.
Lo ha scritto magistralmente François Furet a proposito della Rivoluzione francese: «i rivoluzionari puntano al futuro perché il passato non è il loro, mentre nel futuro al centro del mondo ci saranno loro e il loro potere sconfinato».
A conclusione dell’intervista, Piccinini, conoscendo gli studi critici sul Risorgimento della Pellicciari, provocatoriamente introduce l’argomento.Visto come è stata fatta la cosiddetta Rivoluzione italiana, dai vari e mitizzati “padri della Patria”, Garibaldi, Cavour, Mazzini, Vittorio Emanuele. “Che facciamo? Li demoliamo tutti?”. La Pellicciari risponde: «Non ci vuole una rivoluzione, ci vuole un’educazione. Ci vuole cultura! Il contrario dell’ideologia che si nasconde dietro parole d’ordine come giustizia, libertà, progresso, uguaglianza. Per smascherare la menzogna, basta osservare come si traducono gli slogan nei fatti: è giustizia vandalizzare una statua o appiccare il fuoco a una chiesa?».
La Sinistra Antagonista Ha Fatto In America Di Cristoforo Colombo Il Simbolo Di Ogni Violenza, Non Conoscendo Minimamente Lo Spessore Morale Del Navigatore. Ormai E’ Una Valanga Inarrestabile Di Fanatismo, Idiozia Ed Ignoranza. In Un Attacco Premeditato All’ Occidente E Alla Chiesa. Mentre Si Finge Di Ignorare L’ Olocausto Perpetrato Dai Regimi Comunisti, I Cui Ideologi Erano Profondamente Razzisti. Un Regalo Alla Cina E All’ Islam. I Tempi Più Bui Della Storia Sono Cominciati Sempre Dal Crescere Di Movimenti Iconoclasti. Chi Ne Ha Il Potere, Anche Se In Ritardo, Si Muova Per Arginare Questa Deriva Pericolosa Per I Valori Del Passato, Ma Soprattutto Del Presente. Indugiare O Sottovalutare Potrebbe Equivalere Ad Un “Harakiri”. A Questo Proposito Riceviamo E Pubblichiamo Il Seguente Articolo.
La furia iconoclasta degli idioti persevera diabolicamente continuando nell’ ignoranza assoluta a stuprare la verità storica a proprio uso e consumo. Non si può assistere impotenti ad un evidente disegno politico, che vuole criminalizzare l’ Occidente. Per fortuna qualcosa si muove anche se, in vista delle elezioni, i pretendenti stanno cercando strumentalmente di guadagnarsi il consenso degli italo-americani. Lascia trasecolare invece il silenzio assoluto della Chiesa di Roma, con papa Francesco in prima persona. A contribuire alla “damnatio memoriae” di Innocenzo VIII, il papa “sponsor di Colombo e forse persino padre fu il famigerato Borgia. Papa Francesco nei confronti di un Colombo, che indossava il saio francescano, vuole emulare il Borgia affinché si perpetui la menzogna? Lui che si appella alla verità? (Nelle foto una statua di Colombo abbattuta come se fosse Saddam Hussein, si vergognino gli idioti che saltano ed applaudono come scimmie. L’ essere umano è in piena regressione, gli ominidi stanno tornando.
Quello che riportiamo sotto è un esempio degli articoli purtroppo sommari, disinformati e scritti con la penna dell’ignoranza che circolano in America per condannare Colombo. Dove alcune verità si sommano ad un serie di fakenews vergognose. Alla luce di chi non ha studiato niente ed è incapace di contestualizzare gli eventi, preferendo seguire la corrente di una “moda” fatta di un fanatismo crescente. Quando due anni fa, in occasione del “Columbus day”, iniziarono le contestazioni e i primi attentati alle statue del navigatore fummo facili profeti asserendo che il “virus” sarebbe andato in crescendo. Il crescendo è andato oltre le previsioni, visto che ora anche la morte incresciosa e violenta di un nero trova in Colombo il suo bersaglio. Con idioti bianchi che si accaniscono con i piedi sul volto di un monumento divelto dal piedistallo e buttato per terra. Sono scene da veri selvaggi. Il governo italiano dovrebbe alzare la voce. Ma ancora di più dovrebbe farlo il Vaticano. Nella persona di un uomo “venuto dalla fine del mondo” nei confronti di un uomo andato alla fine del mondo per piantare la croce. Ma che i cristiani da vivi e da morti vengano perseguitati, pare che a papa Francesco non importi. Nemmeno nei confronti di qualcuno che due suoi grandi predecessori, come Pio IX e Leone XIII, avrebbero voluto santo. E che, guarda caso, nei momenti della disgrazia ed in morte indossò il saio francescano, quello del santo al quale Bergoglio dovrebbe ispirare il suo pontificato. O lo ignora o preferisce ignorarlo.
Qualcosa in America si muove non nella maniera giusta, ma all’americana. A mali estremi estremi rimedi. La colonia calabrese sta prendendo posizione contro le manifestazioni vergognose, che vedono lordare e abbattere le statue di Colombo. A questo scopo hanno messo a Filadelfia un giovane con tanto di mitra a guardia di un monumento eretto in memoria del navigatore. Un deterrente che probabilmente funzionerà, ma è il colmo che per fronteggiare l’ignoranza imperante si debba rispolverare l’atmosfera western. Se si studiasse di più, se si contestualizzasse ogni azione nel suo momento storico ci si accorgerebbe di quanto si stia commettendo un vero e proprio crimine nei confronti di un uomo che ha piantato la croce e salvato l’ Occidente dall’ Islam e dal comunismo alla Mao. Senza Colombo l’America sarebbe musulmana o sotto la dittatura cinese. Ma gli idioti che manifestano questo non lo sanno.
Lo scempio continua, tutto quello che di male può accadere in America purtroppo trova in Colombo il responsabile indiretto. Gli indios, che sono in genere molto cattolici, dovrebbero leggere le parole di Pio IX e Leone XIII, che hanno cercato di fare santo Colombo. Quando iniziò questo vergognoso festival dell’ignoranza, che guarda caso definimmo un virus, fummo facili profeti: non si sarebbe fermato. Ma pensavamo si limitasse ai giorni della scoperta dell’ America. Sfortunatamente non è stato così, ora anche l’assassinio di Henry Floyd diventa la scintilla per ulteriori crimini contro l’intelligenza e la verità. A Boston, in Virginia e altrove di nuovo è la sagra dell’idiozia permanente: statue decapitate, gettate in un lago …
IO MI DOMANDO QUANDO L’ITALIA SPENDERÀ UNA PAROLA NEI CONFRONTI DI UN UOMO CHE HA RADDOPPIATO IL MONDO E CHE CONSIDERA SUO CITTADINO. QUANDO ANCORA DI Più IL PAPA DEI DISEREDATI, IL BERGOGLIO DETTO FRANCESCO, SI RIBELLERA’ PER UN EROE CHE LA CHIESA CONSIDERA SUO E PER UNA SCOPERTA CHE FU FRUTTO DELL’ IDEAZIONE E DEL FINANZIAMWENTO DEL PAPATO. VERGOGNA! DISATTENTI, SUPERFICIALI, IGNAVI E A LORO VOLTA IGNORANTI? O DIETRO QUESTO MOVIMENTO APPARENTEMENTE INCONTROLLATO C’è UNA PRECISA REGIA?
Le proteste innescate dall'omicidio di George Floyd scuotono gli Stati Uniti da una costa all'altra e, oltre a scontri e a saccheggi, hanno anche generato attacchi a monumenti come quello eretto in onore di Cristoforo Colombo a Boston (Massachusetts). La statua è stata lordata di vernice rossa e dalla scritta "Black Lives Matter", lo slogan delle proteste che hanno avuto origine nel 2013. Slogan che è tornato a essere di attualità contro il razzismo negli Stati Uniti.
Non è stato l'unico monumento ad essere stato coinvolto nella protesta. La statua di fronte alla stazione di polizia di Salt Lake City (Utah) con il motto "Servire e proteggere", che è generalmente il motto della polizia in tutti gli Stati Uniti, è stata a sua volta sporcata con vernice rossa per testimoniare il sangue delle vittime sulle mani degli agenti.
Continua negli Stati Uniti sempre più virulento il virus contro Cristoforo Colombo. Gli idioti non sanno che se non fosse arrivato il cristiano sarebbero giunti, con una conquista ancora più cruenta, o i musulmani o i Cinesi. Per cui oggi gli americani o agiterebbero il libretto rosso di Mao o si inginocchierebbero verso la Mecca.
Si alternano le notizie sulle statue americane a Cristoforo Colombo in un “virus” talebano. Se qualle di New York si salva con un compromesso, alla lista di città che ripudiano il Columbus Day, festa prima molto sentita negli Stati Uniti perché commemorava Cristoforo Colombo e il suo sbarco a San Salvador il 14 ottobre del 1492, si è unita San Francisco: la città californiana ha votato a favore della mozione che sostituisce la giornata dedicata all'esploratore italiano con quella in memoria dei nativi americani, il cui eccidio - secondo i critici del Columbus Day - ha avuto inizio proprio con lo sbarco del navigatore genovese.
Da sempre, il Columbus Day è stato negli Stati Uniti la festa della comunità italo-americana, che infatti è sul piede di guerra: Christina Olivolo, membro del club delle donne di San Francisco e di origine italiana, ha infatti dichiarato: "è un insulto agli italiani che hanno fatto tanto per la città di San Francisco".
Tecnicamente, lo sbarco di Colombo a San Salvador non ha dato inizio alla colonizzazione dell'America settentrionale, ma di quella centrale e meridionale. Furono i padri pellegrini della Mayflower che, sbarcando a Cape Coad l'11 novembre del 1620 (più di un secolo dopo Colombo), diedero inizio al saccheggio delle terre dell'America del Nord, completato in seguito dal periodo della corsa al West. Colombo con gli attuali Stati Uniti c'entra in realtà poco, mentre è molto più legata alla storia statunitense e, di conseguenza, all'eccidio dei nativi americani, la festa del Ringraziamento (Thanksgiving).
Ma il Ringraziamento è per gli americani una sorta di Natale in anticipo, essendo dopo il 4 luglio la più importante festa nazionale: difficile che i critici di Colombo propongano la sua abolizione.
Un monumento e una festa cittadina dedicati alle popolazioni indigene per 'salvare' la statua di Cristoforo Colombo a New York. L’effigie del navigatore italiano, che nei mesi scorsi è stata oggetto di una vera e propria furia iconoclasta che ha attraversato tutti gli Stati Uniti, rimarrà a Columbus Circle, in cima a una colonna all'ingresso di Central Park e a pochi passi dalla Trump Tower. Lo ha disposto una commissione istituita dal sindaco della 'Grande Mela', Bill de Blasio, per decidere della sorte di una serie di monumenti considerati controversi.
Il movimento anti-Colombo è uno di quelli nati dalla mobilitazione contro la manifestazione dei suprematisti bianchi a Charlottesville, in Virginia. Da allora nel mirino di molti attivisti sono finite dapprima le statue dei generali sudisti, poi addirittura i monumenti dedicati a George Washington e Thomas Jefferson, arrivando a mettere in discussione Cristoforo Colombo, accusato con la sua scoperta di aver dato il via al massacro degli Indios. "Fare i conti con il passato – ha dichiarato Bill de Blasio, annunciando le conclusioni della commissione, contenute in un rapporto di 42 pagine – è un compito difficile, non ci sono facili soluzioni. Il nostro approccio si concentrerà nell'aggiungere dettagli e nuove opere per assicurare che i nostri spazi pubblici riflettano la diversità e i valori della citta". Vicino alla statua di Colombo, infatti, sorgerà un monumento dedicato alle popolazioni indigene ed è prevista anche l'istituzione a New York dell'Indigenous Peoples Day, una festa per 'bilanciare' il Columbus Day. In questi mesi a difesa della statua si è schierata la comunità italoamericana cittadina che, da sempre, ritiene il navigatore un simbolo identitario.
CHE IL SINDACO IGNORANTE VORREBBE ABBATTERE
IL SINDACO DI NEW YORK CONTRO CRISTOFORO COLOMBO: VIA LA SUA STATUA DA MANHATTAN.
"Era un razzista assassino che eliminò migliaia di indigeni per rubare terra e oro. E non fu Colombo a scoprire questa terra"
NATHAN RUBBELKE - STAFF REPORTER • 2 FEBBRAIO 2017
La Pepperdine University rimuoverà una statua di Cristoforo Colombo dal suo campus dopo che gli studenti della scuola cristiana del sud della California hanno fatto molteplici richieste in questo senso. Attualmente il monumento si trova sopra l'anfiteatro dell'università, la statua sarà trasferita al campus della Pepperdine a Firenze anche se per ricollocarla ci vorrà del tempo. Il preside ha confermato il trasferimento, ma non ha fornito ulteriori commenti.
La statua, è stata donata all'università nel 1992 da un gruppo che rappresenta il 500 Congresso Columbus, si tratta di "amici italoamericani" dell'Università. Il giornale degli studenti di Pepperdine, La grafica, ha riferito che circa due dozzine di studenti sono scesi a protestare in occasione del Columbus Day lo scorso semestre. Una dichiarazione scritta da parte del gruppo di protesta, "onde contro Columbus," ha affermato che la statua è " una celebrazione di genocidio e oppressione razziale."
In una lista di richieste, i manifestanti hanno chiesto che Colombo venga rimosso "da qualsiasi luogo Università aperta a tutti gli studenti e / o pubblico in generale."
Non ci stancheremo di segnalare questi episodi di idiozia ed ignoranza congenite che, purtroppo, si stanno verificando con una frequenza allarmante e non solo in America. Il colmo è che questa volta l’iniziativa sia ad opera di un’Università cattolica, dove la bellezza di quattro gatti sbarbatelli, che sicuramente non hanno letto nemmeno una pagina degli scritti di Colombo e della storia in generale, si impancano a giudici osannati persino dalla presidenza dell’ennesima iniziativa-pappagallo contro Colombo. Abbiamo più volte spiegato i perché dell’assurdità di simili iniziative contro un esempio di eroismo cristiano quale è stata la vita del grande genio Cristoforo Colombo.
Ormai l’ignoranza in America è diventato un vero e proprio sport nazionale, come avevamo facilmente pronosticato. Infatti i vandalismi alle statue e ai monumenti di Colombo non fanno che ripetersi da nord a sud. Coinvolgendo ora località come Chicago, Buffalo, Saint Luis e Middletown. Graffiti, scritte, vernici preferibilmente rosse oltre alle solite frasi offensive si propagano come un virus all’indirizzo del navigatore, impossibilitato a difendersi da queste pavide aggressioni alla verità storica. Nessuno difatti dei vandali avrà letto una riga delle carte di Colombo dalle quali trapela una figura molto lontana da quella che ci hanno tramandato. Ed un eroe della fede che, lo ripetiamo, due papi del calibro di Pio IX e Leone XIII, hanno cercato di fare santo. Senza contare che senza l’arrivo di Colombo l’America sarebbe stata conquistata dai cinesi o dai musulmani. Forse gli idioti di queste Americhe se lo sarebbero meritato.
HAMILTON - Una statua di 7 piedi di Cristoforo Colombo che si trova di fronte all'American Heritage Center italiano su Liberty Street è stata deturpata questo fine settimana. Il volto di Colombo è stato dipinto di nero, sul suo petto è stato scritto il numero 13 e sul terreno è stato scarabocchiato "Fu" davanti al piedistallo. John Scarpati Sr., il presidente del Mercer County italiana americana Festival Association, ha detto che non comprende il motivo per cui qualcuno dovrebbe danneggiare la statua.
This Christopher Columbus statue has a new feature, a bloody hatchet to the forehead.
The statue was a gift to the city from 'The Italians of Detroit' back in 1910. Someone has vandalized Detroit’s statue of Christopher Columbus. reports that the statue, sitting downtown at Jefferson and Randolph, now features a hatchet with blood pouring down its frame.While Columbus Day is still observed as a federal holiday in many US states, cities across the nation are ditching the holiday that seemingly endorses the terror Columbus and his crew brought upon Native Americans. (Children sex slaves, smallpox, rape, murder, and genocide of millions of indigenous peoples, to name a few.)The statue was a gift to the city from “The Italians of Detroit” back in 1910. The statue's plaques read: "great son of Italy" who "discovered America," the Detroit Free Press.
Baltimore City Council to consider changing Columbus Day to Indigenous Peoples Day
Baltimore City Councilman proposes changing name of Columbus Day: "We shouldn't celebrate terrorists."
The Baltimore City Council is considering a bill that would change the name of Columbus Day to Indigenous Peoples Day within the city limits. City Councilman Brandon Scott introduced the legislation Thursday after students at City Neighbors High School suggested it. "We shouldn't celebrate terrorists," Scott said of the bill's purpose. "That's what celebrating Christopher Columbus does. Very rarely do we have a chance to correct the wrongs of history. This is about Christopher Columbus. This is not anything against Italian-Americans." Columbus Day is celebrated the second Monday of each October. Scott's bill says renaming the day to Indigenous Peoples Day would honor "the many peoples inhabiting North America before its colonization by European settlers." Scott said the bill would change the name of the holiday on all official city communications and publications. Christopher Columbus was an Italian explorer who in 1492 landed on an island in the Bahamas. He later explored other Caribbean islands and Central America, but never reached the land today known as the United States of America. Columbus has been accused by several historians of initiating the transatlantic slave trade and committing violence against people native to the lands he explored.
Anche oggi, nell'anniversario della scoperta dell'America, c'è chi contesta la memoria del navigatore genovese e della giornata che ne celebra l'impresa più celebre. II comune catalano di Badalona, duecentomila anime nel nord-est della Spagna, ha cancellato tutte le celebrazioni per la giornata di oggi perché si tratterebbe di una festa che commemora "il genocidio e l'occupazione dell'America, con connotazioni franchiste". L'amministrazione anti-capitalista della città, a partire dal sindaco Dolores Sabater, ha così permesso agli impiegati comunali di recarsi al lavoro, proponendo in alternativa un giorno di vacanza per il 9 dicembre, anniversario dell'instaurazione della Seconda Repubblica spagnola.
SAGINAW, MICHIGAN — A Christopher Columbus memorial that stands in front of Saginaw County's government offices was covered in red paint on the annual holiday honoring the explorer. Workers arrived at the Saginaw County Governmental Center on the morning of Monday, Oct. 10, to find the paint splashed on the front of the monument, which stands in between benches near the steps leading up the building doors.
Dal 1992, un numero crescente di città e stati hanno cambiato il Columbus Day nel “Giorno dei popoli indigeni”, una festa in onore degli abitanti originari del continente nordamericano. Cincinnati non sarà una di loro. Il Comune ha respinto il provvedimento sia pure non all’unanimità'.
Confessiamo che con autentico disgusto registriamo questa ennesima offesa alla memoria di Cristoforo Colombo. Passi quando queste notizie arrivano dalle Americhe, ma che attecchiscano in Europa è sinceramente disarmante. Perché le motivazioni sono frutto della più crassa ignoranza, che a quanto pare alberga nella sinistra velleitaria e sprovveduta dei due mondi.
Ormai sembra un’epidemia. Gli sfregi alle statue di Colombo continuano senza freni. Perché nulla è più facile che vivere di slogan alla faccia della verità e stuprando la storia ai fini delle proprie ideologie. Così anche a Boston il monumento a Cristoforo Colombo, situato nella parte nord della città, è stata lordato da anonimi che si firmano "black lives matter!". Lo slogan è nato in risposta al un numero di morti afro-americani uccisi negli ultimi due anni, in gran parte uccisi dalle mani delle forze dell'ordine. La causa potrebbe essere giusta, ma cosa c’entra il martoriato Colombo in tutto questo è l’ennesimo mistero che circonda la figura del navigatore. A questo punto l’incidente fa sorgere una domanda: "Perché?". Un frequentatore del parco dov'è situata la statua, imbrattata di rosso sangue, intervistato ha detto: "Questo atto mi sembra proprio fuori luogo". Anche perché siamo lontanissimi dalle spiagge degli sbarchi di Cristoforo Colombo. E ancora una volta la domanda è: perché?
Le autorità respingono ogni connessione con atti vandalici che hanno “offeso” diversi monumenti nella parte sud del paese dove è stato apposto lo stesso slogan di Boston ed hanno aperto un'inchiesta. Ma non si può fare a meno di pensare ad un’unica regia. A chi giova? E perché?
"Sappiamo tutti che nel 1492 salpò sull'oceano blu. E nel 1493 ha rubato tutto quello che poteva vedere." Con queste parole Mike Forcia ha fatto richiesta di rimuovere la statua di Cristoforo Colombo posta davanti al Campidoglio in Minnesota. "Abbiamo bisogno di deportare Columbus, non possiamo celebrare ancora un genocidio” ha aggiunto. Un disegno di legge vorrebbe cambiare l'incisione sulla statua, che parla di "Scopritore dell'America", in “Approdato in America”. Ma la decisione non soddisfa i nativi americani, che hanno marciato attraverso il centro di St. Paul affermando che non è sufficiente cambiare “Una bugia con un’altra bugia”. I dimostranti hanno poi coperto l'incisione relativa alla "Scoperta dell'America" con una nota adesiva blu, che identifica Colombo con “il padre della violenza contro le popolazioni indigene".
Forcia, Karen Clark (DFL-Minneapolis) e Susan Allen (DFL-St. Paul) chiedono di rimuovere la statua per sostituirla con quella di un indiano Dakota “Perché questo è territorio dei Dakota". Al termine i manifestanti davanti al Campidoglio, capeggiati dagli anziani del Consiglio Ogichidaakwe, hanno cantato e danzato dando vita ad un cerchio sacro. Gli scialli rossi erano in onore dei sopravvissuti alla violenza.
E’ l’ennesimo stupro alla memoria di Cristoforo Colombo, un uomo che ha dato all’umanità molto ma molto di più di quanto ha ricevuto. Cosa poi c’entrino gli indiani del Minnesota è tutto da spiegare. Come è da spiegare la persistente ignoranza degli eventi storici, che contribuiscono a rendere sempre più granitica la “leggenda nera” dello sbarco colombiano. Fermo restando che qualcuno prima o poi sarebbe arrivato in un tempo in cui non si andava tanto per il sottile anche fra gli stessi indiani. Giudicare con il metro di oggi quanto accaduto 500 anni fa è una forma di razzismo storiografico. Resta il fatto che Colombo è stato di gran lunga il migliore dal punto di vista etico di quanti hanno raggiunto il Nuovo Mondo. La vera carneficina difatti è stata compiuta dagli spagnoli quando lui non aveva più alcun potere. Senza contare, basta leggere il Giornale di bordo, i termini ammirati con cui parla degli indios. Mentre dirà sempre “buono con i buoni cattivo con i cattivi” riferendosi per i secondi ai Caribi, ovvero quanti si dimostravano belligeranti e si cibavano di carne umana a spese degli indigeni mansueti, che sempre gli resteranno fedeli.
Distruggere i monumenti che fanno parte della storia comune e del cammino, nel bene e nel male, del genere umano equivale per qualche aspetto alla distruzione degli enormi Budda di pietra in Afghanistan ed ora ai delitti archeologici dell’Isis. Quando si cercherà di leggere più libri, non solo quelli che fanno comodo solo alle proprie idee, forse il mondo si libererà della mentalità dei talebani.
Sembra che l’ispiratore del trasferimento della statua di Cristoforo Colombo a Buenos Aires sia stato lo scomparso Hugo Chávez, caudillo venezuelano ubriaco di slogan di sinistra, il quale, dall’alto della sua abissale ignoranza e ignorando la minima contestualizzazione storica, durante una visita alla Casa Rosada in Argentina, guardando dal terrazzo, avrebbe detto alla Kirchner: “Cómo tienes ahí la estatua de un genocida?”. La Presidenta avrebbe quindi deciso di sostituire il monumento del “genocida” con uno nuovo in onore dell’eroina boliviana Juana Azurduy, simbolo dell’indipendenza dalla Spagna. Non si accettava insomma che la nazione fosse rappresentata, proprio dietro il palazzo presidenziale e in bella vista, dal colonizzatore per eccellenza, colui che, con la sua “scoperta”, avrebbe, secondo una leggenda nera, determinato le stragi delle popolazioni native. Eppure Colombo parlava in maniera ammirata degli “indios” e aggiungeva che si sarebbero convertiti “per amor”. Fu accusato dagli spagnoli addirittura di non volerli battezzare. Unicamente perché voleva che ne fossero convinti. Per salvare la statua di Colombo si sono mosse moltissime persone e si sono creati comitati. Niente da fare, la statua se n’è andata tristemente e ingiustamente e ad ora restano un cumolo di macerie. Le macerie della storia vera del navigatore.
A Buenos Aires la statua di Cristoforo Colombo, che si trovava in pieno centro davanti al palazzo presidenziale, verrà trasferita, per desiderio della Presidente Kirchner, davanti all’ “aeroparque”, nella zona nord della città. Un’ulteriore umiliazione per l’ “eroe dei due mondi” e per il navigatore che consegnò, indipendentemente da precedenti scoperte che non lasciarono alcuno segno, l’America all’umanità. Il monumento era già stato smontato. Ora la nuova decisione della Casa Rosada. Cosa ne pensano gli italiani di Argentina che vantano una presenza numerosissima? Soprattutto per la presa in giro che parla di “valoricacion” (valorizzazione) del monumento? E pensare che Pio IX e Leone XIII volevano fare santo Colombo. La causa è in sonno nei meandri del Vaticano. A dimostrazione che la storia è menzognera e non sa rendere sempre giustizia ai geni che le hanno aperto un cammino. E che non c’è pace e tanto meno rispetto né per le vicende, né per i resti, né per gli omaggi doverosi alle imprese e alla fede mistica di Colombo.
It is open season on Christopher Columbus. A posse of would-be historians, human rights advocates, heralds of the politically correct, assorted nativists and native revanchists have found the perfect target in Columbus. Thus, Columbus Day is no longer an American festivity, it is the day of opprobrium that should be remembered for all the pain and suffering that the discovery of America brought upon the native populations.
Berkeley started it all by disowning Columbus Day in 1992, five hundred years after the Italian navigator landed in a small island in the Caribbean. Then came other cities such as Minneapolis that last April renamed Oct. 12 as Indigenous Peoples' Day. Last one to get into the act was the city council of Seattle, which canceled Columbus Day after listening to an Americn Indian chief who stated with assurance that "nobody discovered Seattle, Washington". To be sure, a century ago the American Indians were the first to decry Columbus' discovery of America through their first indigenous advocacy group. Certainly the American Indians do not lack targets. The Washington Redskins are only the latest.
A Buenos Aires è scoppiato il “caso Cristoforo Colombo”. Un monumento del grande navigatore genovese donato dalla collettività italiana in Argentina nel 1921 per il primo anniversario della Rivoluzione di Maggio, potrebbe infatti essere spostato dalla piazza davanti alla Casa Rosada, che è chiamata piazza Colon, dove si trova ormai da molti anni, e portato nella città portuale di Mar del Plata. L’iniziativa è partita dal governo della presidente Cristina Fernandez de Kirchner. La comunità italiana respinge la proposta, dichiarandosi anzi offesa per «l’oltraggioso» trasloco. Il progetto promosso dal governo è stata subito respinto da diversi media e organismi della comunità, e del disappunto si é fatto interprete l’ambasciatore Guido La Tella nei suoi contatti con le autorità locali. Per poter essere esecutiva, l’iniziativa deve avere il via libera del sindaco di Buenos Aires, Mauricio Macri: «Per portare il monumento in un altro spazio pubblico, c’é bisogno di una nostra pronuncia», precisa infatti l’assessore all’Ambiente di Baires Diego Santilli. Martedì prossimo è in programma una manifestazione organizzata dal Comites di Buenos Aires proprio nella “plaza Colon” alle spalle della Casa Rosada. L’obiettivo è «salvare il nostro monumento», afferma il quotidiano Tribuna Italiana. Fra le altre iniziative contro il progetto, ci sono poi i ricorsi presentati alla magistratura da uno studio di avvocati di origine italiana. Tra l’altro, si calcola che 25 dei 40 milioni di abitanti del Paese hanno almeno un antenato italiano. Il monumento è opera dello scultore fiorentino Arnaldo Zocchi. Dal 2007, l’intera piazza è circondata da un’inferriata che ne impedisce la circolazione per ragioni – afferma sempre il governo – di sicurezza, decisione anche questa che subito era stata accolta con proteste. Secondo il progetto, al posto del monumento (alto sei metri, dal peso di 38 tonnellate, in marmo di Carrara), al centro della piazza che si chiamerà “dei popoli originari”, verrà collocata una statua in omaggio a Juana Azarduy, donna simbolo dell’indipendenza della Bolivia, che ha combattuto anche con il generale argentino Manuel Belgrano. La donna è stata nominata post mortem dalla Kirchner generale dell’esercito argentino. «Colombo non è un invasore, è lo scopritore dell’America», dice da parte sua Tullio Zembo, ex giornalista, ovviamente italo-argentino, di L’Italiano, che riassume lo stato d’animo della comunità italiana di Buenos Aires: un rifiuto assoluto di trasferire monumento. Spiega ancora il giornalista: «La figura di Colombo è simbolica per gli emigranti italiani in tutto il mondo: la comunità di New York, per esempio, tiene ogni 12 ottobre la parata del Columbus day. In Argentina ci sono circa un milione di italo-argentini, ossia con la doppia nazionalità. Nel frattempo, Marco Busti, proprietario della rivista Tribuna Italiana , ha dichiarato: «Le associazioni della comunità hanno scritto al Segretario generale della Presidenza Oscar Parrilli, ma non ha avuto risposta». Intanto, l’addetto culturale dell’ambasciata di Argentina in Bolivia, Daniel Ricardo Beltramo, ha confermato che il presidente ha ordinato il cambio di monumenti. Addirittura sarebbero stati anche chiesti preventivi per il trasloco, il che pone qualche difficoltà, perché il monumento è alto sei metri e pesa 38 tonnellate… Probabilmente la decisione della Kirchner è legata sia a un nazionalismo continentale risorgente, sia al fatto che la seconda ondata migratoria nel Paese latino americano è formata proprio da boliviani, che forse si intende omaggiare con il monumento all’eroina.