cerimonia apertura olimpiadi Pagiri 2024 Torre Eiffel
cerimonia apertura olimpiadi Pagiri 2024 Torre Eiffel
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Mai vista un cerimonia d’apertura delle Olimpiadi per molti versi così sgangherata e supponente. La smania di grandezza, la cosiddetta “grandeur”, ha finito per sbrodolarsi addosso in una serie di quadri che si sovrapponevano, nel culto del kitch, creando un imbuto confusionario nel quale veniva infilato di tutto e di più, ma svaniva ogni sorta di emozione.

Lo spirito olimpico si appella ad una fratellanza universale, aldilà di razze e di credi. Non a caso i cinque cerchi si intrecciano. Ma a chi è venuta in mente la sciagurata idea dei battelli con le varie nazioni che hanno finito per sfilare separate? Sempre festanti, ma in un tripudio egotico, mille miglia lontano dalle uscite negli stadi, dove gli atleti finivano per mischiarsi in una gioia comune. A chi è venuta l’idea di far ballare Lady Gaga alla quale basta la voce, ma come ballerina è puramente ridicola? E se non si spogliasse sarebbe meglio. E come se non bastasse, spulciando nel bailamme senza senso qualcuno ha colto anche momenti di abissale caduta di stile ai confini della blasfemia. Certo ci sono state anche soluzioni indovinate come il fantasma che correva sui tetti o il cavaliere mascherato per finire per fortuna in bellezza quando è comparsa la Torre Eiffel e la corsa dei todofori. Ma anche qua non sono mancate le lungaggini. Fino alla classe di Celine Dion. Così si è presentata una Francia che ama spesso bacchettarci. Ricordate la parabola della pagliuzza e della trave nell’occhio. Indovinare la risposta.

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