“La bellezza ci salverà” ha detto un grande scrittore russo. Alla luce di quanto accade ai nostri giorni si può pronosticare “Il rifiuto della bellezza ci distruggerà.” Cancellare il passato significa cancellare le orme dell’umanità. Obliterare la memoria con tutti i suoi possibili insegnamenti e moniti, nel bene come nel male.
Accade purtroppo ancora nel Duemila con la barbarie dei criminali senza cervello, che fanno saltare interi templi sopravvissuti a terremoti e a secoli di guerre in un Medioriente, culla della prima cultura che oggi maledice se stessa. In un rinnegamento dei propri progenitori. In una forma di parricidio archeologico-culturale da parte di chi ha un totale disprezzo per la sacralità del bello e del corpo umano in tutte le sue forme. Usato persino come detonatore. In una incoscienza forsennata al “dalli al capolavoro”, che ha registrato l’ultimo episodio, meno disastroso, ma più grottesco, proprio a Roma per la visita del presidente iraniano Rohani. Con il burqa messo ai capolavori di arte antica. Nudi sublimati dall’arte. E a questo punto non ci interessa il colpevole, che non verrà mai fuori nella vera responsabilità. Ma lo spirito di sottomissione, di ignoranza e di sottesa complicità che ha ispirato l’iniziativa. Possibile che nessuno abbia pensato alle possibili conseguenze e al ridicolo al quale ci esponevamo? Un gesto di sensibilità nei confronti dell’ospite? Un atto semplicemente di servilismo e di stupidità. Un gesto talebano. Una compiacenza untuosa. Che ha avuto precedenti anche qualche anno fa. Ma che ci fa tornare indietro di circa 500 anni, al tempo sì delle crociate e quando ai corpi possenti nella loro nudità della Cappella Sistina di Michelangelo si mettevano i braghettoni. In un tempo superato persino in Vaticano, che operò allora la censura, dove oggi i nudi di statue e dipinti fanno bella mostra per l’ammirazione del mondo intero. Ma la mamma degli idioti è sempre incinta: dalla ottusità degli inquisitori agli zelanti zerbini del Campidoglio.