FORSE È MEGLIO CHIAMARLI IDIOTI METROPOLITANI
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No expo, black block, antagonisti, anarchici, randagi, centri sociali… e che più ne ha più ne metta. Tutte definizioni che in qualche modo danno una connotazione quasi "aulica" alla devastazione gratuita e alla violenza più becera. Quella che non ha alcuna giustificazione, visto che si scaglia alla cieca contro ogni cosa. Anche contro i beni di privati ed onesti cittadini. Fra le fiamme che hanno incendiato 50 auto c’è andata di mezzo anche quella di un handicappato con tanto di bollo sul cruscotto. Ad opera di giovani e meno giovani, che pensano di avere un ruolo importante per il solo fatto di sfasciare una vetrina o di lanciare una bomba carta. Salvo presentarsi vestiti di nero con il volto coperto come i “coraggiosi” tagliatori di teste dell’isis. Forse anziché gratificarli di sigle, che parrebbero implicare motivazioni razionali, sarebbe meglio usare un linguaggio più appropriato in grado di caratterizzare le loro azioni senza senso. È ora di chiamarli una volta per tutte IDIOTI METROPOLITANI. In una comunione di feccia umana e di rifiuti della società che attraversa le frontiere. Contestare, manifestare è legittimo, ma se il confronto si riduce ad imporre le proprie idee (ma quali?) attraverso la violenza, se l’unico modo di esprimersi è la distruzione di cose e persino il tentativo di eliminare fisicamente chi serve lo stato non ci possono essere e non ci dovrebbero mai essere né se né ma. Anche da parte di chi a queste frange ha sempre strizzato l’occhio. Mentre ci assale un dubbio. Chi finanzia i loro spostamenti?

Ruggero Marino firma

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