C’è evidentemente qualcosa nel dna dell’uomo che lo spinge ad uccidere. C’è qualcosa mai sopito del Caino, che trucidò il fratello per gelosia. Fin dall’alba dei tempi dunque il figlio di Adamo si rivelò un assassino. Non a caso in ebraico il nome Caino si ricollega al verbo possedere. Anche l’uomo delle caverne per sopravvivere doveva uccidere.
L'uomo che è andato sempre in guerra deve uccidere. Qualcosa nei meandri della mente si sedimenta. Oggi possesso e potere sono i due folli alibi della strage alla quale quasi quotidianamente si assiste. Fin dai tempi di Elena di Troia la donna è un trofeo da sfoggiare e in caso di ribellione da sopprimere. Come sta accadendo un giorno sì e un giorno no. Mentre l’età dei protagonisti di questa involuzione ferina si sta pericolosamente abbassando. Il capobranco dei bulletti di strada reagisce, quasi sempre con un coltello, anche se si lancia solo un’occhiata alla sua pupa . Certo, è evidente che ci vuole una rivoluzione culturale, che richiama all’ordine, come sempre e finora invano, scuola e famiglia, due capisaldi del civismo che si sono andati irrimediabilmente disgregando. Certo se al libro “Cuore” come formazione educativa, si sostituisce “Il grande fratello” non c’è poi tanto da meravigliarsi per quanto accade. Ma non basta. Solo la scienza può indagare circa il retaggio nel cervello dell’uomo di un barlume ancestrale, non suoni assolutamente come giustificazione, anzi, che pretende, in certe circostanze, il sacrificio nel sangue. Non c’è legge o punizione che tenga. Il raptus non esiste se non in qualche caso di follia conclamata. In fondo la nostra civiltà è mutata solo nella forma rispetto alla lapidazione. Il risultato è sempre quello di una femminilità da sottomettere, quella di un macho padrone che all’improvviso vede una rivale, una minaccia o una trasgressione da punire. Uno scalpo da esibire spesso trionfalmente, ma da recidere in caso di disobbedienza. Uno scontro di questi tempi sempre più frequente. Con il diagramma vertiginosamente crescente della mattanza. E con un parte politica che riesce a strumentalizzare persino la morte atroce di una ragazza. Se la rivoluzione culturale è questa c'è ben poco da sperare.