Fabio Chiarioni, Daniela Albano, Lorenzo - Paderno Dugnano, Milano
Fabio Chiarioni, Daniela Albano, Lorenzo - Paderno Dugnano, Milano
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Mentre dal fondo più buio dell’animo umano si riaccendono le guerre con tutti i corollari delle più oscene nefandezze (da ultimo le esecuzioni di otto ostaggi con un colpo alla nuca, oltre la sequela delle vittime innocenti sia in Ucraina che nella striscia di Gaza) continuiamo ad assistere attoniti e raccapricciati alla quotidianità delle cronache.

Ma mentre le guerre hanno pur sempre una motivazione, anche se perversa, oltre ad essere sempre esistite, ma a volte così lontane da noi e dagli interessi delle potenze mondiali, da mantenersi praticamente invisibili, quello che accade ormai, come una rubrica necrofora, giorno dopo giorno, non appartiene più alle nostre capacità di comprensione. Come se la morte provocata senza scopo, come se l’assassinio (tralasciando per una volta la tragica sequenza dei femminicidi), fossero diventati una sorte di sport aberrante. Ha ucciso, chiedendo addirittura scusa alla vittima, il nero migrante inutilmente denunciato dalla sorella e che si sarebbe dovuto cacciare da subito. Ha sterminato, dopo aver festeggiato il compleanno del padre, l’intera famiglia, con una agghiacciante lucidità, il ragazzo di 17 anni, che si sentiva “estraneo”. Lame brandite come ghigliottine, in una rivoluzione al contrario dell’essere umano (ma umano lo è mai stato?), in un mondo alla rovescia, che non è quello di Vannacci e in un titolo che avevo usato molto tempo fa in un mio blog. É questo il Duemila che la “new age” pronosticava come la nuova era paradisiaca prossima ventura? Forse la sconfessione delle tradizioni, dei valori più consolidati nei secoli e la libertà con il buonismo che ne sono conseguiti ci sono sfuggite di mano. E a quanto pare l’eccesso di libertà produce mostri. Forse viviamo il ritorno di Caino.

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