Sacra Famiglia legno a colori
Sacra Famiglia legno a colori
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Non sono un bigotto, non sono un cattolico osservante, anche in fatto di fede sono aggredito dai dubbi, ma non posso trasalire quando ho letto la seguente notizia che arriva da Venezia. Ultimo esempio in ordine di tempo di un mondo sempre più alla rovescia:

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Un’icona della Sacra famiglia è esposta da giorni all’ingresso del reparto Ginecologia e ostetricia dell’Ospedale Civile di Venezia. La Cgil locale prima, la capogruppo Pd in Consiglio comunale poi, si sono ribellati. Per la Cgil provinciale i simboli religiosi: «Potrebbero mascherare comportamenti da Stato etico che non possono trovare in alcun modo cittadinanza a Venezia». D’accordo il Pd locale: «Chiediamo che si rimuovano immediatamente tutte le rappresentazioni religiose che vanno contro la sensibilità delle donne e il rispetto dei loro diritti». Per la senatrice 5stelle Elisa Pirro l’icona «è uno schiaffo alla laicità dello Stato» e deve essere immediatamente rimossa. Anche il deputato Pd Rachele Scarpa emette un comunicato allarmato.
Si allarmano per una Madonna col Bambino e Giuseppe, come ne sono costellate da millenni le chiese e le strade e gli edifici pubblici d’Italia, in città e in campagna. Quella famiglia di Betlemme è il cuore della Natività, e il nascere del Figlio di Dio da una donna è un asse su cui si è sviluppata la cultura (non solo) cristiana, anche sui pilastri dell’accoglienza, della solidarietà e del soccorso.
Una Sacra famiglia in ospedale – e se poi mettesse in crisi una donna che va lì ad abortire? – si domandano. Dove il più sacro dei diritti è, evidentemente, l’aborto, e il mettere al mondo figli invece un’eventualità secondaria. Di fatto, la crisi demografica del Paese è grave come mai in passato. Vien da pensare che siano occhiali vecchi quelli di chi è incapace di vedere che mentre in Italia l’aborto è garantito dalla legge, venire al mondo è nella realtà sempre più difficile. L’incertezza delle giovani generazioni, la maledizione del precariato, i costi della vita e delle case, la carenza di nidi, l’ostilità delle aziende alle dipendenti madri rendono il desiderio di maternità, per molte, quasi impossibile. Il diritto minacciato, nei fatti, è questo.

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